Spesso la violenza non si manifesta in gesti eclatanti ma in segni sottili, in silenzi che permeano le relazioni, soprattutto le più vicine, in piccoli cambiamenti del comportamento delle persone. È cruciale saper cogliere e riconoscere questi segnali. La prevenzione non è solo una questione di prevenire episodi conclamati, o di intervenire prima che il malessere si trasformi in sofferenza, ma suscitare immaginari, linguaggi, parole e comportamenti dove le violenze non trovano più spazi nelle relazioni. In particolare, un tempo semplici avvertimenti come “non parlare con gli sconosciuti” non coglievano la pervasività di questi fenomeni. Nella complessità del mondo, in continuità con l’espansione esponenziale delle interazioni in rete, risulta fondamentale lavorare sulla promozione di un poter-stare-in-relazioni più libere, reciproche e gentili. Le parole hanno il potere di creare consapevolezze: parlare di violenze non solo svela ma permette di contrastarle. Affrontare queste tematiche con le persone più giovani significa aprire spazi di dialogo, affinchè possano incontrarsi, proteggersi e prendersi cura delle relazioni.

L’approccio de L’Ombelico nei percorsi laboratoriali si incentra sullo scambio di parole, esperienze e sensibilità personali, che includono sia chi vive il presente scolastico, sia chi lo partecipa accompagnandolo come famiglie e comunità. Ogni incontro si adatta alle specificità dei gruppi, non è stabilito a priori e dall’alto, e questo crea le condizioni per le persone coinvolte di raccontarsi ed esplorare modalità diverse di comunicazione e comprensione delle emozioni proprie e altrui. Ci inseriamo così all’interno di dinamiche già esistenti, riconoscendole e allo stesso tempo rilanciando con altre tipologie d’incontro.
Così è possibile sperimentare diverse forme di discussione, favorendo la capacità critica e una gestione più costruttiva dei conflitti dando potere alle parole e non avendone paura. In questo modo le situazioni percepite come “strane”, confuse e/o difficili, inserite in contesti di vita quotidiani intrecciati e più o meno sfilacciati, prendono forme più chiare, diverse.

L’obiettivo principale è creare consapevolezza e conoscenza, incoraggiando le persone a riflettere sulle proprie esperienze emotive e relazionali. Riconoscere i segnali invisibili della violenza emotiva, della manipolazione e delle dinamiche di potere nelle relazioni quotidiane è un passo fondamentale verso la creazione di spazi di rispetto e condivisione. Non è necessario che vi siano episodi eclatanti di (cyber)bullismi o prevaricazioni per affrontare questi temi: il percorso laboratoriale aiuta ad affrontare diverse forme di malessere e disagio, costruendo insieme un ambiente più sicuro e in ascolto. Le persone che partecipano sperimentano un modo di vivere la scuola come uno spazio in cui bene-stare, con responsabilità condivise e dialoghi costruttivi, sviluppando conoscenze utili per una società democratica e partecipativa.