"La famiglia e la scuola, oggi più che mai, devono essere le agenzie maggiormente impegnate nell’educazione sessuale dei bambini e delle bambine."

"L’educazione sessuale è un diritto che ogni bambino e bambina deve veder garantito nell’arco della propria fanciullezza e al contempo un dovere per gli adulti che si prendono cura della loro crescita."

 

Il coinvolgimento degli adulti di riferimento dei bambini e bambine, genitori, nonni, insegnanti, educatori … in incontri di confronto e dialogo sul tema educazione e sessualità – affettività, risulta essere fondamentale per chi, come noi, si propone di lavorare su temi che hanno a che fare con l’educazione, la relazione, il corpo sessuato, il cambiamento e le regole.

È certo che i bambini e bambine, pongono molte domande attorno alla sessualità, anche attraverso i loro comportamenti e atteggiamenti, con interesse spontaneo e sguardo nuovo rispetto al corpo, corpo mai neutro, ma che da subito ci caratterizza come maschile e femminile. Molti, inoltre, sono gli stimoli, le immagini, le parole che dall’esterno di famiglia e scuola arrivano attraverso diversi canali ai piccoli e piccole su questi argomenti così densi di significato e valori.
Da qui l’importanza della riflessione da parte degli adulti che hanno cura di bambini e bambine rispetto alle parole, ai tempi, ai modi con cui parlare loro di sessualità. Questo il tema centrale del progetto E se non fosse la cicogna.

La nostra esperienza e pratica quotidiana ci consentono di sviluppare alcune valutazioni particolarmente significative. La prima, che anche gli adulti debbano essere aiutati ad acquisire maggiori strumenti per ascoltare, comprendere e sostenere bambini e bambine nella loro crescita affettiva e sessuale. Tenendo a mente che parole semplici e preziose sul corpo sessuato hanno in sé un valore preventivo molto importante, rispetto a possibili situazioni di disagio o di pericolo. 

La seconda valutazione riguarda il silenzio che a volte si sceglie come risposta protettiva, ritenendo prematuro affrontare discorsi imbarazzanti e difficile dare spiegazioni attorno a temi complessi. Al contrario, quello che può risultare è un mancato incontro, dove delle domande non trovano risposta, dove importanti rassicurazioni non giungono a chi ne necessita e dove il bambino e la bambina finiscono per cercare informazioni da chi non le può dare in modo corretto come i propri coetanei, o dove sono artificialmente distorte e tendenziose come nel linguaggio pornografico.

E’ importante capire come sia possibile destreggiarsi al meglio in situazioni incerte e difficili, di fronte alla domanda particolare, o alla situazione scomoda,  per trovare così un modo che favorisca il dialogo, il confronto, il passaggio di informazioni ed emozioni tra le diverse generazioni.  
Poter essere percepiti come interlocutori dai più giovani che crescono significa rendere disponibile l’informazione di cui si è portatori in quanto adulti e offrirne quel valore protettivo che spesso viene perso tanto nel giudizio, quanto nel silenzio.


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