Scuola primaria Bonetti di Milano (il comunicato dell'Associazione L’Ombelico Onlus)

Il 18 marzo 2016 è comparso un articolo sul giornale on line “La Nuova Bussola Quotidiana” (http://www.lanuovabq.it/), firmato da Benedetta Frigerio, dal titolo “Compito a casa: studiare l’eccitazione sessuale”.

Tale articolo contiene espressi riferimenti all’Associazione L’Ombelico Onlus, alle sue attività, tra cui in particolare il progetto di prevenzione alla violenza sessuale “Parole dette e non dette” e alla sua coordinatrice Stefania Girelli e sostiene che nella scuola primaria Bonetti di Milano sarebbe stato avviato un corso contro gli abusi sui minori, il quale “pur presentato ai genitori come preventivo agli abusi verso i minori, sembra nascondere altro”. L’articolo riporta stralci del libretto esplicativo del corso del tutto decontestualizzati e sostiene che degli “effettivi contenuti” del corso stesso una madre sarebbe venuta a conoscenza “solo a corso già iniziato”. L’articolo riporta, inoltre, le dichiarazioni dell’insegnante di ripetizioni del figlio della signora, secondo il quale il corso si sarebbe “tramutato in una sorta di attività obbligatoria con tanto di richiamo, nonostante si trattasse di un'attività extracurricolare” e che la dirigenza scolastica avrebbe sostenuto “di non essere al corrente dell’avvenuto svolgimento di ‘Parole dette e non dette’ e di non averne dato l’autorizzazione”.

Come Associazione abbiamo letto con sorpresa e sconcerto tale resoconto, il cui titolo e il cui contenuto stravolgono del tutto il senso e le modalità con cui L’Ombelico collabora con scuole e famiglie.

Nell’articolo si da, infatti, l’impressione che l’Associazione adotti modalità operative e di relazione con la scuola che, oltre ad essere poco chiare e trasparenti, nasconderebbero intenti volti a propagandare informazioni inopportune per la crescita personale di bambini e bambine, tenendo all’oscuro le famiglie.

A riprova della poca buona fede della giornalista che ha redatto il pezzo, va sottolineato come nessuno abbia mai contattato le formatrici de L’Ombelico o i e le rappresentanti dell’Associazione. Non sono mai state sentite nemmeno le insegnanti delle classi coinvolte nel progetto o l’Associazione genitori della scuola, che ha voluto e sostenuto economicamente il progetto.

Bastava svolgere un lavoro più approfondito ed oggettivo per rendersi immediatamente conto del reale contenuto del progetto, che di certo non nasconde messaggi di propaganda o di supporto a qualsiasi ideologia, ma è focalizzato sul perseguimento dell’unico obiettivo di ridurre il più possibile il numero di bambini e bambine che incorrono in situazioni di violenza sessuale nelle sue molte e diverse forme.

Le azioni educative e preventive proposte e attuate da L’Ombelico negli ultimi dieci anni di lavoro hanno avuto, infatti, come finalità prima e ultima quella di togliere spazio e significato alle varie forme di violenze che possono entrare nelle relazioni, caratterizzandole e definendole.

Per dare spessore concreto a questi intenti riteniamo che dire parole di profonda e semplice conoscenza ai bambini e bambine che crescono, ai ragazzi e alle ragazze che si rapportano sempre più con il mondo tutto, sia un buon modo per aiutarli a diventare grandi e consapevoli. Il diritto, rispettato, a ricevere informazioni di diversa natura come recita l’articolo 13 (capo1) della Convenzione Internazionale sui diritti dell’infanzia li aiuta a crescere e contribuisce anche a rendere più libero dalla violenza il luogo, la comunità in cui viviamo tutti e tutte, grandi e piccoli.

Per poter dire queste parole, contrastando un silenzio che non protegge dalle varie forme di violenza, collaboriamo con altri adulti e adulte, che hanno una presenza e un peso dentro le giornate di chi cresce ben più potente e importante del nostro: insegnanti e genitori.

Da qui ci muoviamo senza nascondimento alcuno. Contrastare, anche in modi diversi, la diffusione della pedofilia, dovrebbe essere un proposito che gli adulti e le adulte di qualsiasi orientamento ideologico o religioso assumono con forza e determinazione. Al di là di retoriche più o meno gridate.

Rigettiamo, pertanto, con forza l’idea che il progetto Parole dette e non dette nasconda messaggi di propaganda o di supporto a qualsiasi tipo di ideologia - lontana dal perseguimento di questo obiettivo: ridurre il più possibile il numero di bambini e bambine che incorrono in questo tipo di violenza.


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