“METTERSI IN GIOCO”: ESPERIENZE DI LABORATORIO NEL I DOCENTI PER ACQUISIRE UNA MAGGIORE EFFICACIA RELAZIONALE NEL GRUPPO CLASSE.

di Arianna Pomero

INTRODUZIONE
Essere insegnanti, oggi più che mai, significa essere educatori, sviluppare le proprie capacità di stabilire rapporti di comprensione ed empatia. Ai docenti è richiesto, accanto alla competenza pedagogico-didattica e culturale, un tipo di competenza che allarghi i confini della propria missione tradizionale, quella relazionale. Il modo in cui un insegnante gestisce la classe è, in se stesso, un modello, una lezione di competenza relazionale ed emozionale. Gli insegnanti sono “altri significativi” che si trovano in condizioni tali da poter esercitare una grande influenza sul concetto di sé, sullo sviluppo e sul rendimento scolastico dei propri allievi. Per questo motivo, devono essere consapevoli del tipo di comunicazione che mettono in atto e dei messaggi che trasmettono: da quelli verbali a quelli non verbali.
Se all’insegnante vengono riconosciuti una grande influenza nel far crescere il sentimento di sicurezza e di autostima e un compito importante nella promozione della salute, è necessario sostenere la professionalità dei docenti e la loro capacità relazionale, favorendo la consapevolezza del proprio personale contributo nella relazione con l’allievo e il contatto con il proprio mondo emozionale.
Una scuola promotrice di salute richiede, pertanto, una formazione permanente dei docenti finalizzata in primo luogo a promuovere il benessere degli insegnanti.
Per tale motivo, nell’ambito del progetto di Psicologia Scolastica presso la Direzione Didattica Cabrini abbiamo lavorato alla realizzazione di un gruppo di riflessione e azione in cui i docenti potessero trovare un clima di sostegno e di ricerca di mezzi efficaci al superamento di problemi che incontravano nella loro attività lavorativa.
Con questa premessa, la Psicologia Scolastica si è posta in costante interazione con il contesto in cui si trovava ad operare e ha seguito i bisogni dei partecipanti, in una prospettiva di progettazione compartecipata.

 

OBIETTIVI
L’esperienza di seguito riportata si colloca ad un livello di prevenzione primaria del disagio e ha come finalità generale quella di aumentare la capacità di utilizzo di alcune Life Skills Education (abilità di base) da parte di docenti e alunni.
Un aspetto centrale dell’essere insegnante è quello di coniugare la dimensione didattica con quella relazionale. Nella programmazione curriculare queste due dimensioni sono in profonda interazione, ma il rischio è quello di sbilanciarsi sulla didattica.
Gli insegnanti che non saranno in grado di rinnovarsi e trasformarsi rischiano, nella scuola odierna, di andare sempre più in crisi e di vivere frustrazioni, forte stress e disconferme da parte dell’utenza. Pertanto, nel gruppo di lavoro con i docenti sono state pensate alcune tracce formative che:

  • facilitassero negli alunni la conoscenza e lo sviluppo della propria personalità;
  • accrescessero la loro capacità di ascolto;
  • migliorassero la dimensione della vita di gruppo rinforzando il clima di collaborazione tra gli alunni

 

METODOLOGIA
Le competenze affettive-relazionali non possono essere trasmesse agli studenti come un contenuto cognitivo, poiché hanno bisogno d’insegnanti che testimonino con il proprio modo di essere le abilità che vogliono trasmettere ed insegnare ai loro alunni. Occorre, allora, che i docenti abbiano la possibilità di avere, nella scuola, dei laboratori in cui sperimentare e allenare le competenze relazionali efficaci in ambito scolastico.
Proprio perché gli insegnanti della scuola primaria lavorano con i bambini, il potersi “mettere in gioco” diventa una premessa essenziale. La maggior parte delle attività proposte all’interno dei laboratori condotti dalla psicologa ha la struttura di un gioco in cui è richiesta una partecipazione attiva dei docenti, in modo da permettere l’esperienza di ciò che si vuole imparare. L’autosperimentazione delle attività prima di proporle al gruppo classe diventa fondamentale anche perché è importante aver provato su di sé cosa ogni gioco può suscitare, a livello d’intensità emotiva e di vissuti, al fine di potenziare l’empatia che si dovrà utilizzare con i propri alunni.
L’assetto del gruppo viene di volta in volta modificato in base alle esigenze del momento. Si è scelto di svolgere le attività in cerchio, in piccoli gruppi o individualmente.
Quasi ad ogni incontro c’è l’occasione, per i partecipanti, di passare un tempo da soli lavorando su uno stimolo assegnato con l’obiettivo di far emergere pensieri e vissuti personali. Successivamente, viene data la possibilità di condividere nel gruppo le proprie riflessioni, confrontandosi con gli altri e avendo quindi modo di sperimentare la valorizzazione dell’unicità di ogni persona e la ricchezza della diversità.
Fondamentale è l’atteggiamento del conduttore che deve creare e agevolare un clima facilitante capace di favorire l’emersione delle emozioni, il loro riconoscimento, la loro verbalizzazione.
Ogni partecipante, inoltre, è importante che percepisca la libertà di prendere parte o meno alle esperienze che vengono proposte.
Un aspetto fondamentale del “mettersi in gioco” è il momento di feedback d’integrazione cognitiva in cui a coppie, a piccoli gruppi o in plenaria, i partecipanti possono condividere ciò che hanno sperimentato durante l’attività (piano emotivo)  e ciò che dall’attività stessa hanno imparato (piano cognitivo).

INTERVENTO
L’esperienza progettata all’interno della Direzione Didattica Cabrini segue una logica d’intervento di rete in quanto si basa sull’attivazione di momenti formativi con insegnanti, genitori e collaboratori scolastici, al fine di potenziare e facilitare i collegamenti esistenti fra queste realtà per renderli più efficaci e più integrati.
Itinerari formativi attivati:

Anno

Attività

Destinatari

Obiettivi

N° ore

N° partecipanti

Giugno 2008

Laboratorio comunicazione efficace

Docenti e altro personale scolastico

-Analizzare i diversi significati della comunicazione;
-sperimentare la tecnica dell’ascolto attivo;
-analizzare gli errori della comunicazione e i messaggi-TU;
-apprendere le fasi del problem solving;

27

66

Da aprile 2008 a marzo 2009

Gruppo di lavoro sull’educazione socio-affettiva e prevenzione del bullismo

Docenti

Progettare attività atte a sollecitare gli alunni a un’attenta riflessione sui comportamenti di gruppo al fine di individuare quegli atteggiamenti che violano la dignità della persona e il rispetto reciproco orientandoli a sperimentare contesti di relazione dove sviluppare atteggiamenti positivi e realizzare pratiche di collaborazione

16

20

Aprile-maggio 2009

Laboratorio educazione sessuale

Docenti

Trasmettere alle insegnanti le competenze per affrontare con gli alunni contenuti legati all’educazione sessuale, affrontando le seguenti tematiche:
1) le dimensioni della sessualità 2) le differenze tra la sessualità adulta e quella infantile
3) le manifestazioni della sessualità infantile
4) le domande e le curiosità dei bambini
5) l’integrazione dell’educazione sessuale nella programmazione didattica relativa alle discipline.

6

22

Marzo-aprile 2009

Laboratorio

Collaboratori scolastici

Avviare una riflessione sul proprio ruolo e sulle diverse situazioni lavorative incontrate

4

12

Maggio 2009

Conferenze sulla prevenzione del bullismo e la prevenzione dell’abuso sessuale

Genitori e docenti

-Conoscere i fenomeni del bullismo e dell’abuso sessuale;
-sensibilizzare i genitori sui cardini della prevenzione al bullismo e all’abuso sessuale

8

50

Aprile-maggio 2010

Laboratorio

Genitori e docenti

Promuovere l’integrazione tra scuola e famiglia per l’individuazione di percorsi educativi comuni

20

51

Le attività citate in tabella hanno dato la possibilità di lavorare trasversalmente su alcuni concetti base delle Life Skills Education: ascolto attivo, immagine di sé, autoconsapevolezza, autostima, corporeità.

RISULTATI E CONCLUSIONI
La Direzione Didattica Cabrini si è messa in gioco. Attraverso i laboratori sono fluite storie professionali e personali, esperienze individuali e di gruppo. Ciascuno ha messo in gioco se stesso nel suo ruolo e nella sua persona. Qualcuno con atteggiamento fiducioso, qualcuno con atteggiamento dubbioso, sospinti generalmente dalla curiosità di provare e di ascoltare. Molti hanno sperimentato quanto appreso nei laboratori nella propria classe, qualcuno ci sta ancora pensando.
“Mettersi in gioco” è rischioso, è divertente, è faticoso emotivamente, ma crea legami. La scuola è apprendimento, organizzazione e relazione. Mettersi in gioco aiuta a risolvere i conflitti e rafforza le relazioni, con gli alunni, i colleghi, i genitori.
Ora stiamo vivendo un altro pezzo di storia, quello in cui genitori e insegnanti sono nello stesso cerchio, comunicano, sperimentano e apprendono insieme. Attraverso la Psicologia Scolastica abbiamo creato un gruppo di riflessione e azione in cui sia docenti sia genitori possono trovare un clima di accoglienza e di ricerca di mezzi efficaci per promuovere il benessere a scuola. Questa storia è ancora in corso

Mettersi in gioco - Esperienze di laboratorio

BIBLIOGRAFIA

  • Francescato, D., Putton, A., Cudini, S., (1994), Star bene insieme a scuola, La Nuova Italia Scientifica, Roma
  • Gordon, T., (1991), Insegnanti efficaci, Giunti, Firenze
  • Maggi, M., (2006), L'educazione socio-affettiva nelle scuole, Editrice Berti, Piacenza. (a cura di)

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Credits

Progetto: www.mandala-design.it

Sviluppo: www.secteur150.com


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