Monte Silvano dicembre 2006

“EFFICACIA DI UN PROGETTO DI PREVENZIONE NEL PROCESSO DI SVELAMENTO DELL’ABUSO SESSUALE DA PARTE DEI BAMBINI E ANALISI DEI PROCESSI EMOTIVI DEGLI ADULTI CON FUNZIONI EDUCATIVE”
M. Lanzi – S. Girelli – D. Seregni

   …………….PROPRIO COME A PAROLE NON DETTE
un progetto di prevenzione dell’abuso sessuale

Dati sul progetto.
Dove:  a Milano.
In che periodo:  dall’ottobre 2000 al giugno 2006.
Chi: insegnanti e bambini di IV elementare e loro genitori.
Quanti soggetti ha coinvolto:

 

Quindi  701 classi  - 14.000  bambini, loro insegnanti e loro genitori

 clip image002
(Quindi 701 classi - 14.000 bambini, loro insegnanti e loro genitori)
Gli obiettivi.

  • Incrementare           l’autostima dei bambini,

 la loro capacità di dialogo.

  • Aiutare i bambini     a conoscere il corpo sessuato,

 a riconoscere e raccontare l’ambivalenza e la confusione,
ad identificare le proprie persone di fiducia.

  • Scoraggiare qualsiasi clima di segretezza.
  • Non categorie a rischio ma situazioni a rischio.

 

  • Rendere competenti i bambini – non spaventarli, ma attrezzarli. 

Mantenere un equilibrio tra  fiducia verso il mondo e attenzione ai momenti potenzialmente pericolosi. Da sempre, ancora oggi, il timore verso lo sconosciuto ha portato molte famiglie ad ammonire i bambini “non accettate nulla da nessuno”, “non fermatevi per strada”, “non aprite  la porta per nessun motivo”. Regole piene di buon senso per molti genitori, ma che corrono il rischio di celare agli occhi del bambino la reale provenienza del pericolo. Una chiusura che vuole essere protettiva ma che rende difficile al bambino e alla bambina comprendere il mondo che lo circonda e in cui vive.

 

Cosa abbiamo fatto insieme.

  • Corsi di formazione rivolti ai genitori.
  • Corsi di formazione rivolti agli insegnanti.
  • Laboratori  con le classi.
  • Con il coinvolgimento dei genitori dei bambini.

E’ piaciuto molto a tutti i destinatari ed ha avuto un alto indice di gradimento. Ma sarà davvero servito? 
Ed è proprio qui che volevamo soffermarci. E’ questa la domanda cruciale.  Come valutarne la reale efficacia preventiva del progetto nel tempo? 
Nostro intento era di realizzare un’indagine  a distanza di tempo su un campione di ragazzi e ragazze che avessero fatto il percorso e un parallelo campione di controllo.  Forse riusciremo a realizzarla, non disperiamo, anche se gli eventi la fanno vedere come possibilità al momento lontana o addirittura remota.
Tuttavia il lavoro costante ci ha permesso di avere  diversi  elementi di valutazione.
Quello che insegnanti, genitori e bambini ci stanno rimandando nel tempo è che il lavoro è servito a:

  • ad aprire una porta di dialogo sulla sessualità con i bambini, a far sì che si sentissero sicuri  (non giudicati) e autorizzati a prendere la parola  per  formulare domande,  comunicare pensieri ed emozioni, anche quando questi erano molto confusi,  portare preoccupazioni e  confrontare le proprie conoscenze ed emozioni con un adulto e coi compagni

Parlare ai bambini di sessualità lì aiuta a crescere con quelle conoscenze preziose volte a munire i bambini d’abilità, saperi e strumenti che permettono loro di riconoscere situazioni potenzialmente pericolose ed intrusive. Può far sentire i bambini in imbarazzo, a disagio, in un primo momento, ma tutti ritengono che affrontare questo argomento sia stato loro istruttivo, utile per la vita.

“Da queste lezioni penso di avere imparato a conoscere le parti del corpo, anche le più intime, quelle sulle quali di solito non si fa altro che ridere e scherzare, con questo corso abbiamo avuto l’occasione di parlarne seriamente”

La cosa che mi è piaciuta di più è stata la possibilità di parlare insieme di cose che di solito gli adulti dicono “Non si deve fare è proibito!” ed il bello è che abbiamo parlato di queste cose proibite proprio con degli adulti che ci hanno dato risposte semplici e concrete. Ah riguardo alle “cose proibite” di cui parlavo erano il sesso e tutto quello che riguarda questo discorso. L’unico consiglio che do è quello di non stufarsi mai di spiegare queste cose ai bambini.

A me è piaciuto perché è un argomento che in famiglia non circola e infatti dopo queste lezioni ho incominciato a parlarne anche coi miei genitori.

 

“Cosa vuol dire porno? Cosa sono esattamente i transessuali? Cosa vuol dire sesso orale?  Cos’è il sesso coniugale?”

 “Io ho un fratello che ha una fidanzata con la quale ha dei rapporti sessuali: Se io entrassi in camera e vedessi loro fare l’amore non so come reagire. Datemi un consiglio”.

 

  • a dare un contenitore,   uno slogan, una parola d’ordine conosciuta e condivisa  che permettesse di uscire dal silenzio senza dover essere espliciti nei dettagli,   (che fa maggiormente sentire in colpa, “vergognare”), contenitore che diventa un passpartout, un messaggio chiaro,  diretto, immediato ed efficace.

 

Ho imparato molte cose tra le quali quella di riconoscere gli adulti che non rispettano il mio corpo: questi sono abusi.

Penso di avere imparato che alcune volte si deve dire quello che è capitato di bello o di brutto a qualcuno di cui mi posso fidare e in situazioni di pericolo se posso chiedo aiuto o scappo se invece non è possibile quando torno a casa racconto tutto ai miei genitori.

Ci ha colpito soprattutto quante persone ci dicano  a distanza di tempo di come l’aver lavorato coi bambini abbia loro permesso di sventare un abuso sul nascere; abbia dato loro gli strumenti per comunicare subito ciò che stava succedendo ad una persona di fiducia.

Racconto di una preside: Ho  appena  ricevuto la telefonata di una mamma, che ha la figlia ormai alle medie, che mi diceva:   “non la finirò mai di ringraziarle per aver  realizzato nella scuola il percorso di prevenzione dell’abuso … mia figlia  un giorno è venuta a casa dicendo: “mamma, ti ricordi  di “Parole non dette”?,  Bé il professor   X  ha fatto proprio come si diceva lì”!   E’ così che ho potuto intervenire subito!!

Una mamma  all’interno di un corso genitori ci dice molto commossa: “volevo proprio ringraziarvi per aver fatto nelle classi  il percorso per i bambini; è davvero utile, lo dico a voi e lo dico a tutti i genitori presenti.  Se non mi fosse successo personalmente non so se lo avrei mai creduto. La mia bambina al mare questa estate  tornando dalla spiaggia mi ha detto – sai che il bagnino (molto amato dalla figlia e da tutti i bambini della spiaggia, perché li coinvolge in molte attività)    ha fatto come a “Parole non dette”.

Un magistrato ci racconta:  “grazie al percorso realizzato nella scuola , un bambino ha raccontato alla mamma immediatamente ciò che un vicino di casa  aveva tentato di fare a lui,  chiedendogli di accompagnarlo in cantina a prendere il vino” e dicendole. “mamma, non ci crederai ma ha fatto proprio come nelle storie di Parole non dette”

I genitori infatti conoscono il percorso (e i loro bambini lo sanno) per molti motivi:

  • perché sono stati coinvolti nel percorso per conoscerlo e valutarne l’esito insieme a noi;
  • perché molti hanno deciso di partecipare a uno specifico corso loro offerto:

“Ne ho parlato molto con mio papà perché anche lui va a fare i corsi per i genitori.”
“Alla mamma è piaciuto molto il percorso anche lei lo aveva frequentato perché era stato proposto ai genitori”

  • perché sono stati coinvolti dai loro stessi figli  nello svolgimento di alcune attività durante i laboratori;
  • perché i bambini ne hanno parlato con loro; alcuni bambini infatti dicono:

“Quando lo andavo a dirlo a mia mamma facevamo sempre lunghi discorsi che non ci fermavamo mai. Ne ho parlato a lungo con mamma e papà e ne sono molto fiera.”; “è molto importante per la vita … ho consigliato a mia mamma di fare anche lei questo corso”;

  • attraverso il diplomino che ogni bambino ha ricevuto al termine dell’attività.

Tutto ciò ha dato a genitori e figli in modo particolare una conoscenza condivisa:
Non ne ho potuto parlare con nessuno papà, mamma, zii o nonni, proprio a nessuno ma ho capito molte più cose di prima
Ne ho parlato con i miei  che non hanno detto niente perché erano rimasti tutti senza parole non sapevano cosa dire.
Durante il corso ho imparato molte cose ho avuto risposte a domande che non avevano risposte.

Ma  questa attività ha  portato anche molti  bambini a svelare episodi di abuso avvenuti o in corso nella loro vita proprio nel corso dell’attività.  E ciò in momenti  diversi.

  • Nel gruppo classe  con i loro compagni:  leggendo le storie alcuni bambini ci hanno detto: “anche a me…”

“ma questo è proprio come è successo a me, che mio zio mi aveva toccato in un modo che non mi piaceva…lo avevo raccontato subito alla mamma”;
“anche a me è successo una cosa quasi così…..: una persona che veniva sempre a casa mia mi portava sempre vestiti come regali e voleva che li provassi nell’altra stanza…e venendo a vedere se mi stavano bene mi toccava sempre”;
“anche a me un ragazzo più grande mi ha fatto vedere  giornaletti con uomini e donne nude ..porno e voleva che imitassi”, “anche a me un signore all’oratorio mi vuole sempre comprare il gelato e mi porta in una stanza dove mi tocca”,
“il mio corpo diceva no quando mio zio giocava  con il mio pisello”.

Sono stati portati  in gruppo e raccontati pubblicamente gli  episodi  più lontani, occasionali  e quindi più facilmente raccontabili:

  • individualmente, in un dialogo privato,  attraverso  confidenze o domande scritte su bigliettini che richiedono risposta  …. In questo caso portando alla luce  episodi   più vicini e più coinvolgenti;
  • rivelando esperienze  di abuso in corso a propri adulti significativi.

L’attività dei laboratori  ha fatto vedere con luce più chiara ad alcuni bambini ciò che stava loro accadendo  e dato coraggio,  le parole per  farli uscire dal silenzio.  “se è vero che non è colpa mia,  se è vero che un adulto non mi può chiedere di mantenere un segreto che pesa,  se è vero che  può accadere,  se l’unica arma di salvezza è parlarne ….allora forse posso”.
È così che sono venuti alla luce episodi anche gravi che  coinvolgevano persone molto significative ….bambini che hanno deciso di rivelare  a una propria persona di fiducia proprio nel corso del lavoro di parole non dette …

Ma il progetto ha permesso non solo ai bambini di parlare, ma anche agli insegnanti e ai genitori…

sapendo che tratteremo con loro questo tema. Il formarsi per…, il parlare di…, il  progettare il lavoro coi bambini ha spinto gli insegnanti a parlare:

  • della situazione e della preoccupazione che riguarda alcuni bambini, di cui non avevano parlato i precedenza  e non avrebbero saputo come affrontare…ma siccome si parla proprio di questo argomento..e se poi durante il lavoro emergesse ….
  • Di loro situazioni personali.  I corsi di formazione rivolti agli insegnanti sono spesso occasione per loro stessi per decidere di uscire dal silenzio, di portare la  loro esperienza, di chiedere ai conduttori e  al resto del gruppo di accogliere il loro dolore, il loro peso ….di fare tesoro di questa esperienza affinché non  debba accadere ai propri bambini e ai bambini delle loro classi.

Di cosa ci parlano i genitori, sapendo che tratteremo con i loro bambini, ma soprattutto quando ci si confronta con loro:
Alcuni genitori chiedono aiuto: “l’intimità che sperimentiamo è troppo?  Quanto si può andare avanti a giocare con i corpi nudi?”, chiede una mamma?
Tutti noi sappiamo che l’uscita dal silenzio è quello che permette di fare un percorso di cura, di  uscire dal trauma,  ma permette anche di sventare un tentativo di abuso sul nascere e permette  di evitare di trovarsi in situazioni di rischio.
Quando si sente possibile il dialogo, si sente possibile il “poterne parlare”  emergono fiumi di parole, fiumi di lacrime e angosce  trattenute.   E solo allora è possibile un percorso di aiuto.

Situazioni di abuso emerse nel corso degli ultimi 4 anni di attività:

Anno

N.  rivelazioni – racconti

N. situazioni con sospetti

2002-2003

10

3

2003-2004

17

2

2004-2005

14

4

2005-2006

15

5


Copyright 2012 - Associazione Onlus L'Ombelico Via di Vigna Stelluti, 212 - 00191 Roma P.I 09025641003 - Credits

Credits

Progetto: www.mandala-design.it

Sviluppo: www.secteur150.com


X

Questo sito web utilizza cookie. Continuando la navigazione si accettano gli stessi.